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Uilca: gli scenari economici e sociali in Italia e in Europa dopo il voto

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Uilca: gli scenari economici e sociali in Italia e in Europa dopo il voto

Responsabilità sociale d’impresa, ruolo sociale delle banche, aiuto alle imprese e alle famiglie e l’evoluzione del mondo del lavoro

Le sfide e le priorità che abbiamo di fronte sono le stesse di prima del voto: attuazione delle riforme, prosecuzione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, sostegno all’economia. Nonostante la volatilità dei mercati e la preoccupazione degli investitori, l’Italia continua a crescere più di Francia e Germania”, così Andrea Orcel, Ceo di Unicredit, apre i lavori del terzo giorno del 7° Congresso Nazionale Uilca, in un faccia a faccia con il segretario generale Uilca Fulvio Furlan, per il quale “il Sindacato vuole favorire la crescita e lo sviluppo del Paese, tutelando i lavoratori e operando affinché il benessere venga redistribuito verso chi ha più bisogno. Tutto ciò passa anche attraverso il recupero del ruolo sociale delle banche”.

Per Antonio Patuelli, presidente dell’Associazione Bancaria Italiana, “il Governo deve darsi un metodo, magari tenendo conto anche di quelle indicazioni programmatiche che Abi ha trasmesso a tutte le forze politiche prima dell’inizio della campagna elettorale. L’Italia, insieme a Francia e Germania, è uno dei fondatori dell’Unione Europea e dopo la Brexit il nostro ruolo è indubitabilmente cresciuto”. Sul tema interviene anche Giuseppe Castagna, Ceo di Banco Bpm: “è importante che il nuovo Governo riconfermi le alleanze europee e internazionali. Oggi a soffrire di più, anche in Europa, sono le famiglie e piccole imprese: le soluzioni vanno quindi individuate a livello comunitario, continuando a fare pressione sulla Russia affinché cessi il conflitto”.

Con Giancarlo Fancel, country manager e Ceo Generali Italia, si parla di smart working, “una formula vincente anche grazie agli accordi sottoscritti con il sindacato. Riteniamo che il rinnovo del contratto nazionale sia importante sia da un punto di vista di introduzione di elementi di flessibilità per essere più competitivi sia per quanto riguarda il ricambio generazionale”.

La responsabilità sociale d’impresa è uno dei temi ampiamente discussi in un confronto tra Carlo Messina, Consigliere Delegato e Ceo Intesa Sanpaolo, PierPaolo Bombardieri, segretario confederale Uil, e Fulvio Furlan, segretario generale Uilca. Per Messinatutte le imprese devono dimostrare di avere responsabilità sociale. È il momento in cui i proprietari e i dirigenti delle aziende devono dimostrare di tenere a questo Paese”. Le aziende in difficoltà devono essere sostenute ma “le altre facciano la loro parte perché la fase è complicata”. “Dobbiamo aiutare le aziende ma chiedendo conto degli aiuti: se un’azienda delocalizza, licenzia o viola le regole sulla sicurezza non potrà accedere ad alcun ristoro”, commenta PierPaolo Bombardieri. “Noi sosteniamo la necessità di una responsabilità sociale dell’impresa”. Per Furlan il settore bancario, dopo un periodo complicato,“ha riacquistato una certa solidità. Per noi il punto di partenza è sempre il Contratto nazionale”, in scadenza alla fine dell’anno. “Immaginiamo un rinnovo strutturale ma che tenga anche conto della contingenza di difficoltà”.

La digitalizzazione ha cambiato a 360 gradi il modo di fare azienda”, dichiara Elena Goitini, amministratore delegato Bnl. “La tecnologia cambia il paradigma in cui ci muoviamo: a fronte di lavori che spariscono, altri completamente nuovi ne nascono, ad esempio nel campo della cyber security”. Per Tiziana Bocchi, segretaria confederale Uil, “il lavoro per avere un futuro deve innanzitutto esistere. Il futuro del lavoro è un tema strategico che va affrontato con il coinvolgimento delle parti sociali. Purtroppo, il lavoro delle donne è ancora considerato un “non investimento”.La certificazione della parità di genere, avviata grazie ai fondi messi a disposizione dal Pnrr, rappresenta un asset strategico per la crescita del sistema Paese”, aggiunge Filippo Trifiletti, direttore generale di Accredia. “Negli ultimi venti anni sono stati promossi a ruoli manageriali persone che avevano avuto grandi performance commerciali ma che in alcuni casi non sono stati in grado di comunicare il cambiamento, che è impossibile gestire senza il coinvolgimento del Sindacato”, così Roberto Parazzini, amministratore delegato Deutsche Bank Italia.

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