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Uilca, desertificazione bancaria: un altro modello è possibile

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Sono le banche una delle cause della desertificazione o è lo spopolamento? «L’importanza dei servizi bancari è emersa durante la pandemia. Gli sportelli rimasero aperti perché quello bancario è considerato un servizio essenziale. Visto che hanno questa natura, vanno garantiti anche nelle aree interne o a bassa demografia. Chiuderli è un moltiplicatore di penalizzazioni per chi è già penalizzato» risponde così il segretario generale Uilca Fulvio Furlan alla domanda di Vitaliano D’Angerio per il Sole 24 Ore Plus sulle cause del progressivo abbandono delle banche dai territori, nell’articolo “Quanto è lontana la tua banca” pubblicato lo scorso 7 giugno.

«Antonio Patuelli, presidente dell’Abi, ha dichiarato di recente, che la causa della desertificazione bancaria è lo spopolamento. Ebbene, è una posizione autoassolutoria considerando peraltro l’importanza del settore nel Paese. E comunque banche come Unicredit e Bper non hanno previsto nei loro piani industriali la chiusura di sportelli. Quindi si può fare» aggiunge Furlan.

A replicare il vice direttore generale vicario Abi, Gianfranco Torriero: «Non vogliamo essere autoassolutori. Le nostre considerazioni si basano su fatti oggettivi. L’Istat nella sua ultima relazione ha lanciato l’allarme sull’inverno demografico in atto in Italia. La chiusura degli sportelli è una conseguenza dello spopolamento delle aree interne. Il nesso di causalità è evidente». E aggiunge: «C’è bisogno dell’intervento di politiche pubbliche, come chiesto anche dall’Anci, per interrompere questo trend. La stessa Confesercenti ha evidenziato che tra il 2014 e il 2024 sono sparite quasi 4 mila e 500 attività commerciali di base e milioni di italiani hanno difficoltà di accesso ai servizi commerciali. Non è solo una questione di sportelli bancari».

Nell’articolo, si analizza il legame tra il cosiddetto “risiko bancario” e la chiusura delle filiali. I numeri che gravitano attorno alla desertificazione bancaria raccontano una storia di notevoli disuguaglianze. Le statistiche di Istat e Banca d’Italia sono state la base per elaborare, dall’Ufficio studi del Sole 24 Ore, un indicatore che ha consentito di costruire la classifica dell’accesso ai servizi bancari in ogni regione italiana. Le competenze digitali diventano sempre più centrali per accedere ai servizi bancari, e i dati rivelano un quadro che mette in luce enormi disuguaglianze conoscitive e strutturali. Leggi di più nell’articolo del Sole 24 Ore

«Se mancano soggetti legali e regolati per lo svolgimento delle funzioni di erogare il credito e gestire le risorse economiche, si rischia di lasciare spazio all’illegalità, alla criminalità, all’usura e al riciclaggio dei proventi di attività illecite»: è il grido d’allarme del Cnel, presieduto da Renato Brunetta, che si legge nella relazione di accompagnamento alla proposta di legge che l’organo a rilievo costituzionale ha presentato a Camera e Senato per arginare la desertificazione bancaria. Leggi di più nella rassegna stampa ragionata del Cnel di sabato 7 giugno

Il tema è stato ripreso anche nel webinar del Sole 24 Ore Plus, di lunedì 9 giugno, che ha visto la partecipazione del segretario generale Uilca Fulvio Furlan, del vice direttore generale vicario dell’Associazione bancaria italiana (Abi) Gianfranco Torriero e il presidente dell’Unione nazionale comuni comunità enti montani (Uncem) Marco Bussone. Rivedi il webinar qui

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