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Rapporto Uilca: desertificazione bancaria, 9 su 10 insoddisfatti

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Rapporto Uilca: desertificazione bancaria, 9 su 10 insoddisfatti

A Roma il Convegno finale di Chiusura filiali? No, grazie.
Furlan: servono soluzioni condivise

Nove persone su dieci sono insoddisfatte dalla chiusura degli sportelli bancari nel proprio comune e ritengono utile parlare con un operatore bancario. Per otto su dieci non sarebbe lo stesso se lo sportello bancario chiudesse e fosse sostituito da un bancomat. Per sette su dieci la prossimità bancaria influisce sulla propensione all’investimento in prodotti finanziari, a conferma che la banca non è solo un luogo dove custodire i risparmi ma anche il motore dal quale si origina la produzione di ricchezza. Queste le maggiori evidenze emerse dalla ricerca svolta da Uilca durante la campagna itinerante Chiusura filiali? No, grazie, la prima indagine volta a misurare il sentiment del fenomeno della desertificazione bancaria nel Paese. I dati di 2.870 interviste dell’indagine demoscopica sono stati raccolti ed elaborati dall’istituto di ricerca Lab 21.01.

Ad aprire la mattinata dei lavori del Convegno, oggi a Roma presso la sede del Consiglio Nazionale dell’Economia e del Lavoro (Cnel), i saluti del presidente del Cnel Renato Brunetta. A discutere del tema, insieme al segretario generale Uil PierPaolo Bombardieri e al segretario generale Uilca Fulvio Furlan, il vicepresidente della Regione Lombardia e coordinatore della Commissione Affari Finanziari della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome Marco Alparone, il presidente dell’Associazione Nazionale Comuni Italiani Antonio Decaro, il presidente dell’Unione delle Province d’Italia Michele de Pascale, il responsabile Economia e Finanze, Imprese e Infrastrutture del Partito Democratico senatore Antonio Misiani, la professoressa ordinaria di Economia dei Mercati e degli Intermediari Finanziari presso l’Università degli Studi di Roma La Sapienza Ida Claudia Panetta, l’avvocato e vicepresidente di Consumerismo Barbara Puschiasis e il vicedirettore generale vicario dell’Associazione Bancaria Italiana Gianfranco Torriero. Presentazione della ricerca a cura di Roberto Baldassari, professore di Integrated Communication Methods and Tools all’Università degli Studi Roma Tre e direttore generale di Lab 21.01.

Siamo molto soddisfatti per l’esito della campagna Chiusura filiali? No, grazie che, come Uilca, abbiamo portato avanti per tutto il 2023. L’iniziativa è stata pensata e attuata partendo dalla convinzione che la chiusura degli sportelli bancari costituisca un problema di cui è necessario tutti prendano coscienza per gli effetti negativi che produce sotto il profilo sociale, economico e di legalità”, così il segretario generale Uilca Fulvio Furlan sui risultati del Rapporto Annuale 2023 di Chiusura filiali? No, grazie. Nel nostro giro per l’Italia abbiamo coinvolto cittadini, politica – locale e nazionale – istituzioni e associazioni, con l’intento di sensibilizzare l’opinione pubblica e stimolare un dibattito tra tutti i soggetti istituzionali interessati, a partire da quelli presenti al Convegno, per trovare soluzioni, nel rispetto dei vari interessi coinvolti, ponendo al centro le necessità delle persone, in particolare quelle più in difficoltà. Il settore del credito è centrale per favorire lo sviluppo del Paese, dell’economica nazionale e dei territori, e deve essere costante punto di riferimento con la professionalità che sempre dimostrano le lavoratrici e i lavoratori bancari e con un approccio coerente con i suoi compiti sociali, di tutela del risparmio e di ricerca del profitto in modo sostenibile. È una battaglia che tutti insieme possiamo fare e come Uilca continueremo a presidiare il tema con grande attenzione, nell’ottica di favorire l’avvio di osservatori locali e nazionali per monitorare il fenomeno e individuare interventi condivisi per affrontare la questione. Un ringraziamento alla Uil, che ci ha sostenuto in tutto questo percorso, e a tutte le persone che abbiamo incontrato nelle piazze: ci hanno dimostrato che questo è un problema sentito da tutti e che richiede una soluzione condivisa”.

ABSTRACT RICERCA

  • La prima domanda posta agli intervistati si concentra sul “gestore” del denaro:
    7 su 10 scelgono solo la banca, il 17,9% sceglie sia la banca che la posta mentre l’8,7% solo la posta
  • La metà degli intervistati, il 52,4%, si reca generalmente nella propria filiale bancaria almeno una volta al mese, il 21% una volta ogni 6 mesi, il 13,8% una volta l’anno e il 9,8% mai
  • Le operazioni che vengono più effettuate in banca vedono al primo posto il prelievo di contanti con il 43,5%, seguito dai pagamenti con il 31,8% e dagli investimenti/finanziamenti con il 26%
  • Il 63,5% ha percepito la mancanza/riduzione della filiale
  • Per 9 su 10 i servizi bancari in un comune sono molto o abbastanza utili
  • Per l’86,3% degli intervistati è determinante il rapporto umano e parlare con un operatore bancario per avere informazioni sui servizi necessari
  • Per 7 persone su 10 la banca rappresenta un luogo utile per avere supporto e assistenza su risparmi, investimenti e prestiti
  • Il 48,8% da quando non ha più lo sportello bancario vicino deve impiegare più tempo per raggiungere la banca; il 31,4% utilizza servizi on line sostitutivi; il 10,9% è costretto ad aspettare la disponibilità di familiari e amici che lo possano accompagnare
  • Per 8 su 10 se si installasse un bancomat al posto della filiale non sarebbe lo stesso
  • Se chiudesse la propria filiale bancaria, il 66,8% si recherebbe in un ufficio fisico (filiale bancaria/posta)
  • Il 61,9% ritiene che la presenza o l’assenza della banca influisca molto o abbastanza sulla scelta di vivere o abbandonare il proprio comune di residenza e allo stesso tempo sulla propensione a investire in prodotti finanziari (68,8%)
  • Complessivamente la riduzione/chiusura delle filiali nel luogo in cui si vive rende insoddisfatti 9 italiani su 10

Per leggere la ricerca completa scarica i documenti

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