Parità di genere: a che punto siamo
di Rosa Soler
L’indice globale sulla parità di genere[1] calcolato nel 2022 stima che, procedendo col tasso attuale, sono necessari ben 132 anni per raggiungere la piena parità di genere e per chiudere il divario su scala globale. I numeri indicano che a livello europeo la media dell’indice si attesta a un punteggio di 68.6, con forti differenze tra i vari paesi: l’Italia è al di sotto della media con 65 punti; la Svezia è la più virtuosa a 83.9 (così come altri paesi nordeuropei) mentre la Grecia è la meno virtuosa a 53.4 punti. Relativamente alle politiche di genere intraprese dall’Unione europea e dai suoi stati membri ci sono notevoli margini di miglioramento. Nel 2020 la Commissione Europea ha avviato un’ambiziosa strategia quinquennale (2020-2025) che rappresenta la guida per le politiche della Commissione in ambito di parità di genere. La strategia dell’Ue tiene fede all’impegno della Commissione guidata da Ursula Von Der Leyen per un’Unione europea all’insegna dell’uguaglianza.
Gli obiettivi principali sono porre fine alla violenza di genere; combattere gli stereotipi di genere; colmare il divario di genere nel mercato del lavoro; raggiungere la parità nella partecipazione ai diversi settori economici; far fronte al problema del divario retributivo e pensionistico fra uomini e donne, colmando il divario, e conseguire l’equilibrio di genere nel processo decisionale e nella politica. A novembre del 2022 l’Ue ha adottato una Direttiva sull’equilibrio di genere tra i membri dei consigli di amministrazione delle aziende, per migliorare l’equilibrio di genere nelle posizioni decisionali delle imprese nelle principali società quotate dell’Ue. Dopo dieci anni di negoziati, la Direttiva è stata infine adottata. A dicembre 2022 la Commissione ha proposto una Direttiva sulle misure cui ricorrere per ottenere la trasparenza salariale, per favorire il principio dell’uguaglianza salariale per uguale lavoro o per un lavoro dello stesso valore. Infatti, secondo quanto rilevato da Eurostat, in Europa le donne guadagnano mediamente il 36% in meno degli uomini a parità di posizione lavorativa.
Sempre a dicembre del 2022 il Consiglio europeo ha adottato due raccomandazioni che riguardano: la strategia europea di cura e l’educazione, mentre la Commissione ha adottato due proposte che mirano a rafforzare gli organismi di parità, quali strumenti di osservazione, discussione e promozione delle politiche di uguaglianza. A febbraio del 2023 gli stati membri hanno raggiunto un accordo con cui proseguire verso l’adesione dell’Ue alla Convenzione di Istanbul e infine, a marzo del 2023, l’Unione europea ha lanciato #EndGenderStereotypes, una campagna di comunicazione per combattere gli stereotipi di genere che si presentano nelle scelte professionali, nella vita privata e lavorativa e nel divario nella presenza in posizioni apicali o decisionali. Il quadro normativo europeo è quindi ricco per cercare di dare risposte complessive al tema della parità di genere. Nel resto del mondo i diritti delle donne risultano fortemente minacciati. Solo per citare gli esempi più sconvolgenti: l’aggressione Russa sull’Ucraina cheha portato con sé violenza su donne e ragazze, tratta di esseri umani, specialmente donne e ragazze e un’enorme massa di rifugiati verso i paesi europei; le proteste in Iran contro il regime per la brutale uccisione della giovane Mahsa Amini; in Afghanistan i diritti delle donne vengono erosi senza pietà attraverso il tentativo di espellere le giovani donne dal sistema educativo e lavorativo anche con misure estreme come l’avvelenamento di massa. Infine, negli Usa dove la Suprema Corte ha reso illegale l’aborto in almeno il 50% degli Stati. L’Unione europea gioca quindi un ruolo chiave nel promuovere l’uguaglianza di genere anche oltre i confini e sostiene terze parti fornendo supporto anche economico per raggiungere l’uguaglianza di genere guardando alle sfide che ci attendono, per assicurare che donne e uomini possano beneficiare delle opportunità offerte sia dalla transizione ecologica sia da quella digitale. Il Sindacato è chiamato a svolgere un importante ruolo a livello internazionale nella attuazione di politiche di pari opportunità per le lavoratrici e per i lavoratori nelle aziende, sia attraverso i contratti collettivi sia attraverso i contratti di secondo livello. Altresì tramite accordi o protocolli che vadano in questa direzione nelle imprese multinazionali, con il ruolo proattivo di Uilca per queste specifiche tematiche.
***** L’indice sull’uguaglianza di genere 2022 (Gender Equality Index 2022), recentemente pubblicato dall’European Institute for Gender Equality (Eige) e aggiornato per monitorare lo stato dell’uguaglianza di genere in Europa, evidenzia gli effetti negativi che la pandemia ha generato sulla condizione delle donne. L’indice elabora dati raggruppati in sei domini di vita degli uomini e delle donne: lavoro, denaro, conoscenza, tempo, potere e salute, ed è composto da 31 indicatori. Riflette un punteggio su una scala da 1 a 100, in cui 1 corrisponde a una totale disparità e 100 alla totale parità di genere.