L’intervista del segretario nazionale Uilca Giuseppe Bilanzuoli per Forme
La trasformazione digitale nel settore bancario italiano e il ruolo cruciale svolto dal sindacato in questo processo. L’importanza della cabina di regia bilaterale e paritetica – nata con il contratto collettivo nazionale del 2019 e rafforzata nel rinnovo del Ccnl del credito del 2023 – rappresenta uno strumento innovativo di confronto continuo tra Sindacati e Abi per affrontare le sfide tecnologiche e tutelarne gli impatti sull’occupazione e sulle condizioni lavorative. L’intervista del segretario nazionale Uilca Giuseppe Bilanzuoli per Forme, a cura dell’Editor In-Chief Laura Reggiani, sottolinea come questa collaborazione strategica miri a gestire i cambiamenti, tra cui l’avanzata dell’intelligenza artificiale, attraverso contrattazione continua, formazione e attenzione al benessere delle lavoratrici e dei lavoratori, dimostrando un approccio proattivo e partecipativo alla transizione digitale.
Qui di seguito un estratto:
Quali sono oggi i temi caldi sul tavolo della cabina di regia? Il tema principale è l’impatto dell’intelligenza artificiale, in particolare quella generativa. È una tecnologia che può rivoluzionare l’intero settore finanziario, ma i suoi effetti concreti sono ancora in parte indefiniti. Alcuni studi, come quello di The European House Ambrosetti, parlano di un possibile incremento della produttività del 26% nel settore. Ma questo comporta anche un rischio serio: la possibile riduzione degli organici. Per questo abbiamo già introdotto, nel nuovo contratto, misure come la riduzione dell’orario lavorativo. E continueremo a intervenire, se necessario, con nuovi strumenti.
C’è anche un’attenzione specifica al benessere delle persone, giusto? Si, ed è un altro punto qualificante. Abbiamo previsto un’indagine di clima sull’intero settore, affidata a soggetti terzi e indipendenti, per capire come i cambiamenti – tecnologici e culturali – stiano impattando sulla vita delle persone. Non parliamo solo di stress o burnout, ma anche di senso di appartenenza, motivazione, relazione con i luoghi di lavoro. I risultati saranno analizzati dalla cabina di regia e diventeranno la base per possibili interventi migliorativi.
Quindi la cabina non è solo un organo tecnico, ma anche politico, in senso alto? Esattamente. È uno spazio dove si costruisce la strategia del settore, dove si anticipano le trasformazioni e si trovano soluzioni condivise. In un mondo che cambia alla velocità del digitale, serve una governance flessibile ma solida, capace di leggere la realtà e orientarla.
L’intervista integrale è disponibile scaricando l’ultimo numero di Forme.