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Brexit: qualche possibile effetto anche sui fondi pensione

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Brexit: qualche possibile effetto anche sui fondi pensione

L’uscita del Regno Unito dall’Unione Europea potrebbe produrre effetti anche sul secondo pilastro di previdenza italiano, vediamo quali.

L’impatto principale, in tale ambito, si potrebbe avere sui mandati in essere verso gestori del Regno Unito, ma anche sugli investimenti in Oicr basati nel predetto Stato o gestiti da operatori britannici.

Una volta uscito dall’Unione Europea, il Regno Unito dovrebbe trovarsi in una situazione analoga a quella degli altri Stati extracomunitari, a meno che gli accordi per la Brexit non prevedano un diverso status. Ed è proprio l’ipotesi della mancanza di tali accordi a destare preoccupazione.

L’uscita senza accordo potrebbe infatti comportare non poche criticità: ad esempio il venir meno delle autorizzazioni ad operare sul territorio dell’Unione Europea.

L’eventuale decadenza dall’autorizzazione avrebbe effetti sui mandati in essere e impedirebbe anche di avere un operatore britannico come gestore subdelegato. Covip sul punto, in una risposta a quesito del novembre del 2008, aveva precisato che anche l’eventuale gestore subdelegato deve avere i requisiti prescritti dalla normativa per lo stesso gestore delegato.

In questa eventualità, per poter avere dei mandati diretti – o anche solo per poter avere la delega da un gestore delegato di un fondo pensione – l’operatore britannico dovrebbe ottenere un’autonoma nuova e specifica autorizzazione all’esercizio in Italia del servizio di gestione di portafogli (che è ammissibile anche il regime di libera prestazione di servizi se il servizio è rivolto a sole controparti qualificate o investitori professionali).

A tale situazione di incertezza ha dato qualche risposta il Comunicato stampa del Ministero dell’Economia e delle Finanze n. 15 del 24 gennaio 2019 che illustra le misure necessarie per garantire la piena continuità dei mercati e degli intermediari in caso di recesso del Regno Unito dall’Unione Europea senza accordo.

Per assicurare la stabilità finanziaria, l’integrità e la continuità operativa di mercati e intermediari nonché la tutela di depositanti, investitori e clientela in generale, si preannuncia un decreto legge che istituirà un periodo transitorio. Durante tale periodo transitorio gli intermediari – siano essi bancari, finanziari o assicurativi (anche se operanti nel campo della previdenza complementare) – potranno continuare ad operare secondo la normativa attuale.

Per ciò che concerne i mandati di gestione, dunque, si potrà valutare di mantenere il rapporto con il gestore britannico secondo le regole in vigore oggi, rinviando a un secondo momento la decisione circa l’assetto definitivo, anche alla luce degli esiti futuri della negoziazione inerente la Brexit.

Allo stesso modo, per quanto riguarda gli investimenti dei fondi pensione in Oicr del Regno Unito, si preannuncia la possibilità di continuare a detenere tali strumenti nel periodo transitorio.

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