La Uilca al Parlamento europeo a Bruxelles
Europa, il valore del dialogo: perché l’articolo 17 è diventato un pilastro democratico
A cura del Dipartimento Internazionale Uilca
In un’Europa attraversata da tensioni geopolitiche, trasformazioni sociali e cambiamenti culturali sempre più rapidi, la capacità di ascolto reciproco è tornata a essere una risorsa strategica.
Le istituzioni dell’Unione Europea lo hanno compreso da tempo e l’articolo 17 del Trattato sul funzionamento dell’Ue (Tfeu) rappresenta oggi uno dei punti nevralgici di questo approccio: un ponte giuridico e politico, che invita al dialogo costante tra Parlamento europeo, chiese, comunità religiose e organizzazioni filosofiche e non confessionali.
La Uilca è stata presente al Parlamento europeo a Bruxelles a un seminario sul tema col segretario nazionale Filippo Arena, responsabile del Dipartimento Internazionale.
“Non si tratta di un dettaglio tecnico – ha detto Arena – ma di un impegno che riconosce l’importanza di realtà radicate profondamente nella vita delle persone. Nel quadro giuridico dell’Unione, infatti, l’articolo 17 non soltanto tutela gli status riconosciuti a livello nazionale a chiese e organizzazioni non confessionali, ma soprattutto impegna le istituzioni a mantenere con esse un dialogo aperto, trasparente e regolare.
Una formula che riflette la consapevolezza che nessuna politica può funzionare davvero se non passa attraverso la comprensione delle culture, delle sensibilità e dei valori dei cittadini”.
Giuseppe Lupo, eurodeputato eletto nella circoscrizione Sicilia e Sardegna, vice presidente della Commissione Bilancio, ha sottolineato “il valore del bilancio etico è che la competitività non deve crescere a danno dell’inclusione”.
Il Rev. Fr. Manuel Barrios Prieto, segretario della Conferenza Episcopale dei Vescovi Europei ha rimarcato fra l’altro l’importanza della difesa dell’Europa, dei suoi valori e della sua cultura. Hanno partecipato alla Conferenza con interventi di alto livello anche Magnus Brunner, commissario europeo responsabile per l’Articolo 17 Tfeu, Tim Peters, responsabile dell’Unità di budget al Parlamento europeo, e Monica Hohlmeier, vice presidente della Commissione Bilancio.
A guidare questo dialogo per conto del Parlamento europeo e a concludere i lavori è stata la vicepresidente Antonella Sberna, designata dalla presidente Roberta Metsola, responsabile dell’implementazione dell’art. 17 Tfeu.
Sberna ha assunto l’incarico con parole che lasciano intendere la portata etica e politica della missione: “in un mondo segnato da conflitti, incertezze e cambiamenti continui – ha detto Sberna – aprire spazi di confronto significa rafforzare la democrazia. Significa, soprattutto, riconoscere che la dimensione valoriale — religiosa o non religiosa — non è un semplice accessorio della vita sociale, ma un elemento identitario che attraversa comunità intere, dalle metropoli ai piccoli centri rurali”.
Il dialogo promosso dall’articolo 17 si colloca così al crocevia tra inclusione, partecipazione e coesione sociale. Le chiese, le associazioni religiose e le organizzazioni filosofiche svolgono spesso un ruolo informale, ma decisivo nel fronteggiare sfide come la povertà, l’invecchiamento, l’accoglienza dei migranti, il sostegno ai giovani, la promozione della pace e il contrasto alla radicalizzazione.
Per questo, la loro voce non è solo “una delle tante”, ma un contributo complementare alle politiche pubbliche. Ascoltarle significa intercettare esperienze e conoscenze dal territorio, che difficilmente emergono nei tavoli istituzionali tradizionali.
L’articolo 17, in questo senso, non è un semplice esercizio di diplomazia sociale: è una leva democratica. Il dialogo strutturato con le organizzazioni religiose e non confessionali, infatti, aiuta a costruire decisioni politiche più trasparenti, partecipative e vicine ai bisogni reali della popolazione.
Un antidoto, in tempi di polarizzazioni, alla distanza percepita tra cittadini e istituzioni.
Sberna parla di “comprensione reciproca” e di “bene comune” come obiettivi concreti. In un’epoca in cui le trasformazioni tecnologiche e geostrategiche rischiano di frammentare le società europee, questa visione acquista un valore ancora più forte: la democrazia non si difende solo con norme e procedure, ma con relazioni, fiducia e dialogo.
La sfida per l’Ue è dunque duplice: da un lato proteggere la libertà di pensiero, fede e convinzioni di ciascun individuo; dall’altro coinvolgere in modo costruttivo le realtà che, da secoli, plasmano la vita collettiva. In questa prospettiva, l’articolo 17 si conferma non solo un riferimento giuridico, ma uno strumento moderno e necessario per affrontare la complessità europea.
“In un mondo che cambia rapidamente – chiosa il segretario nazionale Uilca Filippo Arena – l’Europa scommette ancora una volta sul valore del dialogo. Una scelta che non guarda al passato, ma alle fondamenta di una democrazia più forte, inclusiva e capace di ascoltare dove le parti sociali, il sindacato, devono rivestire un ruolo fondamentale”.

Al centro l’eurodeputato Giuseppe Lupo con la delegazione Uilca, da sinistra, Salvatore Li Castri e il segretario nazionale Uilca Filippo Arena