L’incentivo al posticipo del pensionamento permette ai lavoratori dipendenti di posticipare il pensionamento anticipato. L’iniziativa consente a coloro che scelgono di continuare a lavorare di rinunciare all’accredito dei contributi previdenziali a loro carico, ricevendo tale importo direttamente in busta paga come aumento dello stipendio non tassabile. La misura, resa operativa dalla circolare Inps n.102 del 16 giugno 2025, si rivolge non solo a chi raggiunge i requisiti per “quota 102”, ma anche per la pensione anticipata ordinaria. Sebbene la futura pensione possa crescere leggermente meno, i vantaggi economici immediati sono considerati significativi, poiché il datore di lavoro continua a versare la propria quota contributiva. Il processo richiede la presentazione di una domanda all’Inps, che verifica i requisiti entro 30 giorni.
Come funziona l’incentivo per chi rinvia la pensione
1. Cos’è?
È la possibilità, per coloro che decidono di posticipare il pensionamento anticipato, di rinunciare all’accredito sulla loro posizione previdenziale della quota dei contributi previdenziali a loro carico (9,19 della retribuzione mensile), che il datore di lavoro dovrebbe versare all’ente previdenziale qualora non fosse esercitata la facoltà di rinuncia. Tale misura, quindi, si traduce in un aumento di stipendio pari alla quota contributi del dipendente, che viene versata direttamente in busta paga e non è imponibile ai fini fiscali.
2. Chi è interessato?
La platea di riferimento, originariamente riferita solo a coloro che avessero maturato i requisiti di pensione anticipata flessibile “quota 102”, è stata estesa anche a chi raggiunge i requisiti per la pensione anticipata ordinaria (41 anni e 10 mesi per le donne o 42 anni e 10 mesi per gli uomini).
3. Quali potrebbero essere i vantaggi e gli svantaggi?
I vantaggi sono quelli di percepire in busta paga la quota contributi dipendente come somma aggiuntiva rispetto allo stipendio ordinario, oltretutto esente da tassazione Irpef. In questo caso il datore di lavoro continuerà a versare la propria quota di contributi (circa il 24%), che continuerà ad alimentare il montante contributivo. La futura pensione crescerà quindi un po’ meno, ma non si tratterebbe di una perdita rilevante, in quanto la parte più significativa è rappresentata dal contributo datoriale.
4. Come funziona?
La circolare Inps illustra la modalità attraverso cui esercitare l’opzione di posticipare il pensionamento. Occorre presentare domanda e l’Inps verificherà, entro 30 giorni dalla richiesta, l’effettivo possesso dei requisiti previsti dalla normativa (maturazione dei requisiti minimi pensionistici), dandone riscontro alla lavoratrice o al lavoratore e al datore di lavoro. Solo all’esito della comunicazione, il datore di lavoro procederà con l’accredito in busta paga.
Maggiori dettagli sul sito dell’Inps