“Da una sola parte, dalla parte dei lavoratori” – Giacomo Brodolini

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Riforma pensioni 2021, ultime Uil: ecco le priorità, l’editoriale di Proietti

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Riforma pensioni 2021, ultime Uil: ecco le priorità, l’editoriale di Proietti

I dati dell’Inps mostrano l’assoluta necessità di una flessibilità più diffusa di accesso alla pensioneIl dato relativo all’età media, infatti, è cresciuto fino ad arrivare a 64 anni e 3 mesi. Valore che comprende anche tutti gli accessi per pensione anticipata e quota 100, questo vuol dire che la stragrande maggioranza dei lavoratori vi accedono alla pensione con un età prossima a 67 anni.

Una maggiore flessibilità di accesso alla pensione sarebbe utile, anche, per gestire la fase di ricostruzione produttiva delle imprese, dando modo alle aziende di programmare un turnover generazionale più articolato e tutelando, così, i lavoratori più fragili e maggiorerete esposti al virus.  

Il dato relativo all’importo medio delle pensioni continua ad essere preoccupante, in particolare delle donne che in larga misura percepisco assegni con importi inferiori ai 750 € mensili. Per la Uil è quindi importante fare interventi che valorizzino il lavoro di cura e la maternità ai fini previdenziali così da sostenere le pensioni delle donne. Ed anche rendere strutturale opzione donna.

Per arginare il fenomeno delle pensioni “povere” si deve agire per tempo, infatti, con il sistema contributivo è palese il rischio che i giovani con carriere più discontinue, a causa della precarietà di questi anni, si trovino a percepire assegni previdenziali molto bassi. Per garantire ai giovani future pensioni adeguate bisogna introdurre meccanismi che coprano i periodi di inoccupazione e di formazione tra un lavoro e l’altro ai  fini previdenziali.

Il Ministro del Lavoro è impegnato e noi con lui a fronteggiare l’emergenza del lavoro, ma ricordiamo che il Ministero ha una struttura specifica sui temi previdenziali che sarebbe opportuno attivare per intraprendere subito un confronto con le parti sociali.

Parallelamente è inspiegabile il blocco dei lavori delle commissioni istituzionali che devono valutare l’usura e la gravosità delle differenti mansioni e separare la spesa assistenziale da quella previdenziale. I lavori di queste commissioni sono propedeutici per elaborare una riforma del sistema previdenziale. Per questo chiediamo che le commissioni riprendano i lavori al più presto così da avere il tempo di elaborare i rapporti utili al lavoro del Governo e del Parlamento sui temi previdenziali.

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