“Da una sola parte, dalla parte dei lavoratori” – Giacomo Brodolini

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Gruppo Crédit Agricole: piano di riduzione filiali e mobilità

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Gruppo Crédit Agricole: piano di riduzione filiali e mobilità

Da un accordo non raggiunto a uno indispensabile

Si è conclusa con il mancato raggiungimento di un accordo la procedura di confronto avviata a metà febbraio sul piano di ottimizzazione territoriale previsto nel Gruppo per il 2023. La protratta ed articolata discussione tra le parti ha comunque consentito di smorzare alcuni impatti organizzativi e gestionali, portando l’Azienda a rinviare o rivedere alcune chiusure di sportelli inizialmente preventivate e riducendo in parte le ricadute sul Personale, attenuando la logica “da algoritmo” che aveva caratterizzato la presentazione iniziale del progetto. Rispetto ai 330 colleghi coinvolti, al netto delle 40 uscite per esodi e pensionamenti, il confronto ha consentito di potenziare il numero di coloro che resteranno nelle filiali in accorpamento, e di ridurre contemporaneamente i trasferimenti verso altre strutture.

Anche sul fronte della mobilità si sono registrati passi avanti con una riduzione del fenomeno inizialmente previsto, riducendo a 17 i trasferimenti ad oltre 30 km dalla residenza (circa la metà di quelli previsti inizialmente), e aumentando a 95 gli avvicinamenti alla residenza (quasi il doppio rispetto ai 50 annunciati a inizio procedura).

Il CWE resta fissato per il fine settimana del 20/21 maggio con il coinvolgimento di circa 250 risorse, principalmente di Direzione Centrale e CAGS, impegnate in due fasce (11-13 e 15.30-20). In precedenza, si svolgeranno due test: il 17 aprile (con 90 colleghi del CAGS per alcune ore di lavoro) e il 6 maggio (200 colleghi impegnati dalle 11 alle 13 e dalle 17.30 alle 22). Rimangono invece confermate scelte che le Organizzazioni Sindacali non hanno condiviso sin dall’inizio, come l’abbandono completo di alcuni comuni, decisione che in parte porterà anche ad incrementare il fenomeno della desertificazione bancaria e a disperdere ulteriormente quel patrimonio sociale che la gestione del credito e del risparmio hanno rappresentato nei piccoli e medi centri abitati sul territorio.

A questo si aggiungerà probabilmente un fisiologico aumento del rischio di abbandono da parte della clientela, nonostante le iniziative commerciali che saranno messe in campo, a causa delle distanze geografiche tra filiale in chiusura/trasformazione e filiale accorpante, che in alcuni casi risultano importanti, e della tipologia di clientela interessata. Nel confermare quanto complessivamente sostenuto a suo tempo in occasione della presentazione dei razionali del progetto, permane inoltre da parte delle Organizzazioni Sindacali un giudizio negativo sulla scelta di ridurre la presenza in un territorio vasto, caratterizzato da difficili collegamenti e difficoltà tecnologiche, come la Sicilia, particolarmente colpita dalle chiusure, e il ridimensionamento in zone di eccellenza Agri Agro ed economiche come il Trentino, dove il Gruppo ha preferito concentrarsi nei capoluoghi, anziché provare ad ampliare la propria presenza.

Non da ultimo, resta aperta la questione della mobilità all’interno del Gruppo, in riferimento alla quale sia l’ottimizzazione in atto che le manovre gestionali ordinarie, necessitano di nuove misure normative che ne possano gestire gli impatti e che vadano a disciplinare in maniera organica l’istituto contrattuale in questione. Su questi aspetti le OO.SS. hanno già presentato all’Azienda i propri orientamenti, e restano in attesa di proseguire il confronto sul tavolo di Gruppo all’interno del calendario negoziale di riferimento.

LE SEGRETERIE DEL GRUPPO BANCARIO CREDIT AGRICOLE ITALIA
Fabi – First Cisl – Fisac Cgil – Uilca – Unisin

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